Parte 1 – vaccini vs covid
Una nota preliminare: questo post è parte di una serie di tre articoli a proposito dei vaccini e del Covid, per fare il punto su cosa dicono i dati.
Nel primo articolo abbiamo parlato dell’efficacia dei vaccini, in questo secondo articolo parleremo dei rischi dei vaccini e dei rischi del Covid e nel terzo dell’immunità di gregge e di cosa aspettarci dal futuro. Puoi vedere gli stessi contenuti raccontati a voce in questa diretta Instagram.
Ricordiamoci, però, che siamo in un momento storico eccezionale.
Il Covid evolve, i vaccini evolvono, le raccolte dati evolvono. Sto scrivendo questo articolo ad Agosto del 2021, e probabilmente presto molto di quello che scrivo andrà aggiornato. É una caratteristica di questo tempo, nuovissimo persino per gli epidemiologi: siamo reporter di fenomeni nuovi e in evoluzione velocissima, e dobbiamo abituarci a ragionare sulle probabilità, più che sulle certezze.
quanto è rischioso vaccinarsi?
Per mettere in commercio un vaccino è necessario che superi uno studio clinico che ne mostri l’efficacia e la sicurezza. Proprio perché i vaccini sono somministrati a persone sane, sono controllatissimi: devono avere effetti collaterali ridotti e comunque minori dei rischi a cui espone la malattia da cui proteggono. Di tutti i vaccini prodotti nel mondo, al momento (Agosto 2021) in Italia ne sono stati approvati 4: Comiarnaty (Pfizer), Vaxzevria (AstraZeneca), Spikevax (Moderna) e Janssen (Johnson&Johnson).
Come dicevamo, però, durante gli studi clinici i vaccini vengono somministrati a migliaia di persone. Possono esserci effetti gravi che si verificano troppo raramente per emergere nello studio clinico, per esempio una volta ogni 100.000 persone o ogni milione di persone. Questi effetti emergono man mano che il vaccino viene distribuito, nella fase di farmacovigilanza.
In Italia la fase di farmacovigilanza è gestita dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Chiunque ha effetti collaterali dopo la somministrazione del vaccino può fare una segnalazione all’AIFA attraverso questo link. Spesso le segnalazioni arrivano da medici e farmacisti a cui si rivolge chi osserva gli effetti indesiderati. Quando arriva una segnalazione, l’AIFA la considera un evento avverso, ossia un effetto collaterale avvenuto dopo il vaccino: attraverso un’analisi dell’evento, l’AIFA decide poi se questo evento è correlato o no al vaccino. Se è correlato, l’evento viene classificato come reazione avversa, ovvero un effetto indesiderato del vaccino. In sostanza, se per esempio due settimane dopo il vaccino mi viene la febbre e faccio una segnalazione, questa verrà classificata come evento avverso. Se poi l’AIFA verifica che la febbre era dovuta al vaccino, questa passerà nella categoria delle reazioni avverse.
Per vedere come stanno andando, ora come ora, gli effetti indesiderati dei vaccini, possiamo guardare l’ultimo rapporto di farmacovigilanza dell’AIFA, che raccoglie i dati fino al 26 giugno 2021.
Ecco le segnalazioni arrivate fino ad ora:

Allo stato attuale sono state fatte 76.208 segnalazioni (eventi avversi), circa 154 ogni 100.000 dosi somministrate.
L’87,9% delle segnalazioni sono riferite ad eventi non gravi (indolenzimenti al braccio, febbre etc), mentre l’11,9% ad eventi avversi gravi, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose somministrata (1a o 2a dose) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione.
Le segnalazioni provengono molto più spesso da donne (73% dei casi) e da persone giovani.

Quali sono gli effetti collaterali gravi dei vaccini?
Allo stato attuale, il tasso di reazioni collaterali gravi si attesta intorno a:
- Pfizer: 5 casi su 100.000 dosi somministrate. In ordine di frequenza, i sintomi più diffusi sono febbre molto alta, astenia, dolori articolari, parestesie diffuse, linfoadenopatie
- Moderna: 2.5 casi su 100.000 dosi somministrate. Effetti collaterali molto simili a Pfizer.
- AstraZeneca: 12 casi su 100.000 dosi somministrate. Febbre molto alta, cefalea, dolori articolari, lipotimie, reazioni vagali
- Johnsonn: 2 casi ogni 100.000 dosi. Al momento le dosi somministrate sono troppo poche perché i tassi siano attendibili.
Sono in corso di analisi alcuni casi di eventi collaterali gravi di cui non è ancora chiara la correlazione con il vaccino. Tra questi, 19 casi di miocardite con età mediana intorno ai 30 anni (vaccini Pfizer e Moderna), e 55 casi di sospetta trombosi venosa cerebrale e/o trombosi venosa in sede atipica con o senza piastrinopenia (vaccino AstraZenca), età mediana 47 anni.
Quali sono gli effetti a lungo termine dei vaccini?
Per rispondere a questa domanda ho trovato molto interessante una puntata del podcast ‘Science Unscripted’ di Deutsche Welle, ripresa anche da Will Ita. Nell’episodio gli autori intervistano Achim Horauf, il Direttore dell’Istituto di Immunologia dell’Ospedale Universitario di Bonn per capire i rischi a lungo termine del vaccino, ovvero effetti che si verifichino mesi o anni dopo della vaccinazione. Dopo aver anticipato che in medicina nulla si può dare per certo, Horauf spiega però che proprio per come funzionano i vaccini e la nostra risposta immunitaria, gli effetti collaterali dei vaccini si sviluppano nell’arco di giorni o settimane dalla vaccinazione, e non dopo mesi o anni.
Infatti quando il vaccino viene iniettato, il sistema immunitario induce una risposta attraverso i linfociti o cellule B e T, cioè le cellule che si ricordano che il sistema immunitario ha sconfitto il virus. Queste cellule rimangono dormienti fino a che non reincontrano il virus e a quel punto scatenano una reazione immunitaria più veloce e forte. C’è il rischio che questa reazione si scateni male? No, perché oggi la tecnologia ha permesso di riconoscere le sequenze di proteine che fanno reagire male gli anticorpi, scatenando reazioni autoimmuni.
In parole povere, dal momento che la somministrazione di vaccini procede ormai da diversi mesi, ormai abbiamo una panoramica piuttosto chiara degli effetti collaterali dei vaccini ed è estremamente improbabile che vedremo reazioni avverse nuove tra mesi o anni.
Allo stato attuale, quanto è probabile contrarre il Covid?
Secondo l’ultimo rapporto dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), la variante Delta sta diventando molto più diffusa della variante originale del virus (detta Alpha), e si stima che in Europa rappresenti circa il 90% dei casi. La variante Delta ha alcune caratteristiche diverse e “peggiori” della variante Alpha: è del 40-60% più contagiosa della variante Alpha, ed ha un maggiore rischio di ospedalizzazione. Stando alle stime di rischio presenti nel rapporto:
- Il rischio di contrarre il Covid, data la diffusione della variante Delta, è basso per chi ha completato il ciclo vaccinale
- Il rischio invece è alto o molto alto per chi ha una sola dose o non è vaccinato
Questi rischi sono dovuti al fatto che la variante Delta sembra avere una carica virale fino a 1000 volte maggiore della variante Alpha, con una capacità di diffondersi quindi molto più elevata. Inoltre la vaccinazione ha una buona efficacia contro la variante Delta solo al completamento del ciclo vaccinale.
Quali sono i rischi del covid, allo stato attuale?
Questa tabella riporta i dati relativi al primi 5 mesi del 2021 in dieci nazioni, in cui la variante Delta si è diffusa tra la popolazione. La tabella riporta il numero di casi riportati per fascia di età, il numero di ospedalizzati e il tasso di ospedalizzazione.
Possiamo osservare che il tasso di ospedalizzazione è molto più alto tra le fasce di età più elevate, ma non è nullo tra i giovani e neppure tra i bambini (una novità rispetto alla variante Alpha).

Nelle persone al di sotto dei 40 anni di età, il rischio di ospedalizzazione si attesta intorno all’1-2% dei casi, mentre arriva al 36% negli ultra ottantenni.
Il covid ha effetti a lungo termine?
Ovviamente ancora non ne sappiamo molto, ma c’è uno studio interessante che ha osservato gli effetti a lungo termine del Covid su pazienti tra i 18 e i 65 anni di età (quindi escludendo gli anziani). Lo studio esamina oltre 266 mila individui, di cui il 90% non ospedalizzati, quindi con sintomi moderati, e confronta l’insorgenza di patologie ulteriori rispetto a tre gruppi di controllo che non hanno sviluppato il Covid.
Lo studio ha mostrato che le persone che hanno contratto il Covid hanno una probabilità maggiore di sviluppare patologie secondarie in un secondo tempo rispetto ai gruppi di controllo. Le patologie sono di tipi molto diversi, inclusi problemi respiratori, aritmie cardiache, amnesie, encefalopatie, diabete, miocarditi, etc. Nei materiali supplementari è possibile vedere anche la stratificazione per età e per tipologia di malattie secondarie.

è più vantaggioso vaccinarsi o non vaccinarsi?
Tiro le mie personali conclusioni, ovviamente passibili di errore e di modifica se dovessero cambiare i dati:
- Per le persone di età superiore ai 40-50 anni (approssimativamente) il vaccino è un grande vantaggio. In questa classe di età infatti il Covid è particolarmente rischioso e gli effetti collaterali del vaccino sono estremamente ridotti.
- Per le persone di età inferiore ai 40 anni, il vaccino è un po’ più rischioso e il Covid è meno grave, quindi la valutazione è più complicata. Per questo credo che su questa classe di età le raccomandazioni dell’AIFA potrebbero cambiare nei prossimi mesi. Tuttavia dal momento che la variante Delta è più contagiosa (quindi è più probabile contrarre il virus), che è più rischiosa anche per le classi di età più basse e che il Covid comporta comunque un certo rischio di effetti a lungo termine, secondo me resta comunque più vantaggioso vaccinarsi.
Come sempre ti abbraccio, e ti ringrazio per avermi letto fin qua. Se hai dubbi ci vediamo nei commenti.

Chi sono io?
Conosciamoci!
Ciao, sono Mariachiara, sono una statistica e data scientist e una grande viaggiatrice. Ho lavorato con aziende, università ed enti pubblici, e voglio rendere numeri, dati e algoritmi accessibili e piacevoli per tutti. Se vuoi conoscermi meglio vieni a trovarmi sulla mia pagina Instagram e scopri le mie risorse gratuite.
Sintesi chiara e molto interessante. Ottimo lavoro.
Il problema più grosso che stiamo attraversando è l’enorme confusione data dalla facilità di dire e divulgare opinioni personali spesso suffragate dal nulla e che generano ondate di paura nelle persone più fragili. Finalmente qui parlano i dati!
Grazie Mariachiara