Parte 1 – L’efficacia dei vaccini

Una nota preliminare: questo post è parte di una serie di tre articoli a proposito dei vaccini e del Covid, per fare il punto su cosa dicono i dati.  

In questo primo articolo parleremo dell’efficacia dei vaccini, nel secondo dei rischi dei vaccini vs rischi del Covid e nel terzo dell’immunità di gregge e di cosa aspettarci dal futuro. Puoi vedere gli stessi contenuti raccontati a voce in questa diretta Instagram.

Ricordiamoci, però, che siamo in un momento storico eccezionale. 

Il Covid evolve, i vaccini evolvono, le raccolte dati evolvono. Sto scrivendo questo articolo ad Agosto del 2021, e probabilmente presto molto di quello che scrivo andrà aggiornato. É una caratteristica di questo tempo, nuovissimo persino per gli epidemiologi: siamo reporter di fenomeni nuovi e in evoluzione velocissima, e dobbiamo abituarci a ragionare sulle probabilità, più che sulle certezze. 

 

A cosa servono i vaccini?

I vaccini sfruttano la memoria del nostro sistema immunitario per permettergli di sviluppare un sistema di difesa contro un agente patogeno prima di entrarci in contatto. Il vaccino è il preparato che stimola questa risposta immunitaria, mettendoci in contatto con una forma attenuata, inattiva o con componenti dei microrganismi dai quali ci vogliamo proteggere, in modo che il corpo “impari” a sconfiggerli.

A cosa servono i vaccini contro il Covid?

I vaccini per il Covid sono stati sviluppati per proteggerci dagli effetti gravi del Covid, generando una risposta immunitaria che si attivi nel momento in cui si rientra a contatto con il Covid. Attenzione: questo significa che i vaccini per il Covid sono stati pensati per ridurre i sintomi del Covid, le ospedalizzazioni e i decessi, ed in questo possiamo verificare la loro efficacia.

I vaccini tendenzialmente riducono la carica virale dell’infezione, e perciò aiutano a ridurre i contagi. Al momento sappiamo che chi è vaccinato tende a sviluppare il Covid in forma asintomatica o con effetti lievi: non sappiamo bene, invece, quanto i vaccini attualmente in commercio siano efficaci nel ridurre il contagio da Covid, soprattutto nel caso della variante Delta.

Cosa significa che un vaccino ha un’efficacia del 95%?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire cos’è l’efficacia di un vaccino. In italiano purtroppo utilizziamo la parola efficacia per riferirci a due cose diverse, che in inglese si chiamano efficacy ed effectiveness.  

L’efficacy

L’efficacy si misura durante lo studio clinico di un vaccino. Prima che un vaccino venga messo in commercio è necessario che superi diverse fasi, che verificano la sua sicurezza e la sua capacità di proteggerci dal patogeno per cui è stato pensato. Nell’ultima fase, il vaccino viene somministrato a migliaia di persone, mentre ad un altro gruppo comparabile viene somministrato il placebo. Dopo di che si osserva quanti hanno sviluppato la malattia in entrambi i gruppi.

Nel caso di Pfizer-BioNTech, durante lo studio clinico 17.411 persone hanno ricevuto il vaccino, e di loro 8 hanno sviluppato il Covid. Di contro, 17.511 persone hanno ricevuto il placebo e 162 hanno sviluppato il Covid. 

Come calcoliamo l’efficacia del vaccino? Intanto calcoliamo la percentuale di casi tra chi ha avuto il vaccino: sono 8/17411*100, lo 0.046%. Questo è il rischio assoluto di sviluppare sintomi tra chi ha avuto il vaccino. Tra chi non ha avuto il vaccino invece il rischio assoluto è di 0,925% (162/17511*100). 

Per calcolare l’efficacy del vaccino confrontiamo queste due percentuali: calcoliamo qual è la differenza di rischio tra i due gruppi, e dividiamo per il rischio esistente in partenza (ovvero quello che si avrebbe senza il vaccino). Otteniamo (0,925–0,046)/0,925 = 0,879/0,925 = 95%, che è proprio il valore di cui sentiamo parlare. Significa che il rischio di sviluppare sintomi da Covid viene ridotto del 95% grazie alla somministrazione del vaccino.  

L’effectiveness

Questo è il calcolo nell’ambito dello studio clinico. Quando un vaccino viene immesso in commercio, è possibile iniziare a raccogliere i dati sulla popolazione reale. Nel caso del Covid, ormai il vaccino è stato somministrato a milioni di persone in Italia e ancora di più nel mondo. Possiamo perciò ripetere lo stesso calcolo verificando il numero di casi tra tutti i vaccinati e il numero di casi tra i non vaccinati, e calcolare così la riduzione di rischio “nel mondo reale”. Questa misura è chiamata effectiveness, anche se in italiano la chiamiamo comunque efficacia. Di solito l’effectiveness è un po’ più bassa dell’efficacy.

I vaccini contro il Covid sono efficaci?

Per darci una risposta possiamo guardare i dati dell’effectiveness, ossia della capacità protettiva del vaccino “nel mondo reale”. Per l’Italia, possiamo trovare questi dati nell’ultimo rapporto dell’ISS (28 luglio 2021), da cui riporto qui la tabella. L’efficacia è calcolata sia rispetto allo sviluppo dei sintomi, sia rispetto alle ospedalizzazioni, alla terapia intensiva e ai decessi, ed è stratificata per classe di età. I dati sono relativi ai 30 giorni precedenti. Possiamo vedere che l’efficacia è maggiore nel proteggere da effetti avversi gravi: come dicevamo, questo è l’obiettivo principale del vaccino (questo punto ritornerà quando parleremo di immunità di gregge). L’efficacia è anche maggiore al completamento del ciclo vaccinale rispetto che con una sola dose di vaccino.

 

Nella tabella successiva possiamo vedere i numeri assoluti di cui stiamo parlando, tratti sempre dall’ultimo rapporto dell’ISS, pagina 14. Tra parentesi sono riportate le percentuali di riga: significa che per ogni fascia di età e casistica, possiamo distinguere la percentuale di non vaccinati, vaccinati con una dose e vaccinati con ciclo completo. Possiamo vedere che effettivamente le percentuali di eventi avversi sono più alte tra i non vaccinati che tra i vaccinati.

La versione più recente del rapporto ISS è disponibile a questo link, nella sezione “Documento esteso”: io ho commentato i dati raccolti entro il 28 Luglio 2021, ma il monitoraggio prosegue ed è possibile verificare e scaricare i dati di efficacia più aggiornati. 

 

Ci sono più malati tra i vaccinati che tra i non vaccinati?

Se osserviamo la tabella qui sopra, possiamo vedere che tra gli over 80 anni, il 66% dei casi è registrato tra i vaccinati con ciclo completo e solo il 29% tra i non vaccinati. Questa osservazione può farci pensare che il vaccino non sia efficace: in realtà è dovuta solo al fatto che la stragrande maggioranza degli over 80 sono vaccinati (circa 4 milioni su 4.5 milioni). Se però confrontiamo il rischio relativo come abbiamo fatto prima e calcoliamo l’efficacia scopriamo che è comunque del 90%. Più continuerà a crescere la quota di popolazione vaccinata, più osserveremo questo “paradosso”.

Paradosso efficacia vaccini ISS

I vaccini sono efficaci contro la variante Delta?

La variante Delta sta cambiando le carte in tavola parecchio, e molti dati sono ancora in fase di raccolta. Allo stato attuale uno studio su tutti i casi sequenziati in Inghilterra ha dimostrato che i vaccini attualmente in commercio (sviluppati per il virus “originario”, detto anche variante Alpha) hanno un’efficacia  del 33.5% dopo la prima somministrazione di vaccino (molto più bassa di prima), e un’efficacia dell’87.9% dopo due somministrazioni (quasi comparabile a prima), se riferiti alla variante Delta. Per questo gli epidemiologi suggeriscono di dare la priorità al completamento del ciclo vaccinale per i gruppi più vulnerabili, perché una sola dose di vaccino non è molto efficace per contrastare la variante Delta. 

Come sempre ti abbraccio, e ti ringrazio per avermi letto fin qua. Se hai dubbi ci vediamo nei commenti.

Chi sono io?

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Ciao, sono Mariachiara, sono una statistica e data scientist e una grande viaggiatrice. Ho lavorato con aziende, università ed enti pubblici, e voglio rendere numeri, dati e algoritmi accessibili e piacevoli per tutti. Se vuoi conoscermi meglio vieni a trovarmi sulla mia pagina Instagram e scopri le mie risorse gratuite.