Magari hai sempre sognato di lavorare dalle Maldive. O magari sei a casa dall’inizio del Covid e ti stai chiedendo perchè sei ancora sulla stessa scrivania, quando potresti essere ovunque. O magari il caldo afoso di Torino ti ha stesə, e hai iniziato chiederti perchè non portare il PC in montagna.

Viaggiare lavorando – o lavorare viaggiando, a seconda dei punti di vista – è uno dei piaceri che che ci ha donato la dematerializzazione del lavoro. Io lo trovo bellissimo e a volte necessario: il viaggio è una buona culla di nuove idee e progetti, spezza la routine e ci mette alla prova, e ci rende recettivi e porosi ai nuovi stimoli. Ma come iniziare a fare lə digital nomad, se non l’hai mai fatto?

Step 1 – Allena lo sguardo

Proust diceva che

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.

E secondo me è proprio così. Non c’è bisogno di vivere sei anni in camper per sentirti unə digital nomad: puoi iniziare guardando la tua stessa città con occhi nuovi.

Allora, com’è il posto in cui vivi? Ti sembra attrezzato per i digital nomad? E questo bar in cui sei adesso, com’è, è adatto ad accogliere te e il tuo computer per qualche ora? I tavoli sono ampi? Le sedie sono comode? Ci sono prese vicino ai tavoli? C’è una rete wifi? Inizia a guardare tutto con lo spirito del viaggiatore digitale, vedrai che ti verrà la voglia di osare di più.

Step 2 – Lavora in un bar

Basta marcire sulla tua scrivania! Scegli un giorno non troppo impegnativo, prendi il computer e vai nel bar più carino che hai intercettato col tuo nuovo sguardo nomadico. 

In alcune città ci sono luoghi veramente deliziosi per fare questi esperimenti. Eccone tre bellissimi a Milano: 

  • Il bar oTTo, in Paolo Sarpi, uno dei miei preferiti in assoluto
  • Lo spazio Base, che ospita anche eventi
  • Il bar Upcycle cafè, dall’atmosfera pedalante

E tre bellissimi a Torino:

  •  Le OGR, con i loro 25 metri di social table
  • Il bar del Circolo dei Lettori, ma anche tutto il meraviglioso spazio intorno
  • I Magazzini Oz, che sono anche un bel progetto sociale

Per orientarti, puoi anche provare a cercare su Google “bar per lavorare a (nome della tua città)”. Potresti scoprire cose interessanti, come questo bell’articolo di Dissapore o questo di Le strade di Torino

Step 3 – Prenota un giorno in un coworking 

É giunta l’ora di fare un passo oltre, e scoprire una delle dimensioni immancabili dei digital nomad: il senso di community.

Quindi, sia che tu sia dipendente, sia soprattutto che tu sia freelance, trova un coworking che ti permetta di acquistare un ingresso giornaliero e vai! Immergiti nell’atmosfera del gruppo, preparati a raccontare di cosa ti occupi, supera la timidezza e fatti conoscere. Approfitta soprattutto del momento del pranzo per entrare in contatto con gli altri coworkers e scoprire quanto è varia e ricca la dimensione del mondo digitale.

Presta attenzione anche agli eventi. Spesso i coworking organizzano momenti di incontro, aperitivi, pitch e conferenze: per esempio questa è la sezione eventi di Toolbox, il mio coworking del cuore a Torino. Può valere la pena di prenotare in uno di quei giorni. 

Step 4 – Organizza un retreat lavorativo

Può essere un weekend o qualche giorno in settimana: una breve full immersion di lavoro in un posto magico che ti ispira un sacco.

Per me i retreat di lavoro sono importantissimi: ne organizzo almeno uno all’anno per fare il punto della situazione e occuparmi del planning, del management e della creazione di contenuti per il mio lavoro. I retreat mi aiutano ad essere focalizzata e creativa, ad avere la mentre sgombra dalla routine e concentrata sui miei progetti.

In questo momento sto scrivendo questo post da un bar di Fuerteventura di fronte al mare, proprio durante uno di questi retreat. La foto qui sotto l’ho scattata proprio adesso, e il testo che intravedi nello schermo è proprio il testo che stai leggendo. È una foto imperfetta, ma mi piaceva aggiungere questa testimonianza visiva all’articolo che ho scritto.

Se vuoi provare a fare come me, ti consiglio questo corso gratuito di Alessia Savi su come creare un retreat lavorativo perfetto: è un corso magico, ricchissimo di spunti e di ispirazione.

Step 5 – Parti!

Basta, rompiamo gli indugi! É giunta l’ora di partire davvero. Non c’è bisogno di immaginare un viaggio di mesi, basta anche una settimana. L’idea però è che non sia ferie: è lavoro, ma lavoro da altrove.

Non ti resta che scegliere la destinazione, fare la valigia e partire. Per quanto riguarda la destinazione, ti consiglio di dare un occhio a NomadList, un must dei digital nomad, che ti permette di comparare le destinazioni sulla base dei criteri nomadi più svariati.

Per quanto riguarda la valigia, qui sotto puoi scaricare la lista che uso io per fare la valigia, e anche la checklist delle cose a cui fare attenzione prima di partire perchè il lavoro da remoto funzioni bene anche in viaggio.

Bene, spero che questo articolo ti sia stato utile. Se hai domande o vuoi raccontarmi la tua esperienza nomade ti aspetto nei commenti. Intanto un bacio da Fuerteventura!  

Chi sono io?

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Conosciamoci!

Ciao, sono Mariachiara, sono una statistica e data scientist e una grande viaggiatrice. Ho lavorato con aziende, università ed enti pubblici, e voglio rendere numeri, dati e algoritmi accessibili e piacevoli per tutti. Se vuoi conoscermi meglio vieni a trovarmi sulla mia pagina Instagram e scopri le mie risorse gratuite.